Non solo un progetto di Cristina Abati in dialogo con Enrico L'Abbate musiche Blutwurst si ringrazia Caterina Poggesi e Niccolò Dainelli in residenza presso Il Vivaio del Malcantone APPUNTI: corpo granulare, corpo vibrante, corpo relazionale. corpo che esiste in quanto interazione di strati, spazi, densità, non ci sono confini e masse, ma solo processi, passaggi da un'interazione all'altra, c'è una stasi che è un vibrare di particelle ed energia, e una temperatura che cresce insieme alla densità di materia e energia c'è una nuvola di probabilità a cui attingere. un tempo termico. siamo tracce di calore geografiche. nel mio corpo imperfetto c’è un limite espanso da oltre-passare, attratta, attraversare IL LAVORO Citando quello che scrive C.Rovelli in La realtà non è come ci appare :”Se vediamo un bambino che gioca sulla spiaggia, è solo perchè fra lui e noi c'è questo lago di linee vibranti che porta fino a noi la sua immagine”. L'atto del guardare è semplicemente essere immersi in queste di linee di forza. Poi ognuno riceve le proprie informazioni di piacere. Il mio intento è quello di creare immagini in processo, ad alta temperatura. Il resto sta nell'atto del guardare e del ricevere, e...non solo. Da qui la scelta di un linguaggio performativo, dove è il corpo ad essere offerto e guardato. Da qui la scelta delle musiche dei Blutwurst, che con la loro dilatazione temporale e sonora, preparano lo spazio per questa caduta nella visione. CITAZIONI “Opinione il dolce, opinione l'amaro, opinione il caldo, opinione il freddo, opinione il colore: in realtà soltanto gli atomi e il vuoto” Democrito Siamo ossessionati da noi stessi. Studiamo la nostra storia, la nostra psicologia, la nostra filosofia, la nostra letteratura, i nostri dei. Molto del nostro sapere è un rigirare dell'uomo intorno a se stesso, come fossimo noi la cosa più importante dell'Universo. Credo che a me la fisica piaccia perchè apre la finestra e guarda lontano. Mi dà il senso di aria fresca che entra nella casa. C.Rovelli ph Niccolò Dainelli voce, viola, violoncello: Cristina Abati black is the colour , Intro I, Lacrime di ghiaccio, Intro II, solo acqua...,o que thina de ser, Un solo abbraccio, non ci sono parole,è il più lontano il mio più dolce rumore, Intro III, lame d'amore,solo corpo, tonada de luna llena Un concerto, recital, spettacolo di Cristina Abati, autrice e interprete alla voce, viola, violoncello. Un lavoro sulla materia e sul silenzio. La voce come manifestazione della poesia materica del suono, tesa alla ricerca di un'emozionalità corporea rivelata nell'elemento sonoro. Me stessa come unico esecutore che usa simultaneamente voce e strumento (viola o violoncello) nell'intenzione di realizzare un'unità profonda di manifestazione vocale e manifestazione strumentale. La voce diventa un'espansione della fisicità strumentale, e lo strumento un'estensione della fisicità vocale. In questo rapporto di fusione l'atto corporeo e la materia diventano ognuno risonanza acustica dell'altro. La composizione diventa una sorta di paesaggio sonoro tridimensionale, fatto di oggetti sonori sbalzati in primo piano o spinti sullo sfondo, pur lavorando con un unico strumento: il mio stesso corpo che, in sussulti di gioia fisica e voluttà acustica, libera la sua forza sonora. "non ci sono parole per dire i silenzi, non ci sono parole, e' solo ghiaccio da bere" durata: 40 minuti ph Niccolò Dainelli CONT, a solo..2 concept, performance: Enrico L'Abbate original sound, viola and voice: Cristina Abati Cont is a short piece inspired by a reflection on language, movement, sound, vision, osmosis versus quantic energy, water and our daily industrial life. durata: 30 minuti ph Letizia Francini Naldi DUO di e con: Cristina Abati e Enrico L'Abbate danza: Enrico L'Abbate viola e violoncello: Cristina Abati con il sostegno di Gogmagog e Regione Toscana, si ringrazia il Vivaio del Malcantone Qual’e l’identita organica che sopravvive alla ricerca di un linguaggio ibrido e di ruoli basculanti? Composizione astratta che vive nella relazione tra i soggetti stessi e lo spazio. Suono e movimento, come linguaggi non verbali. DUO è un lavoro sul tentativo, sul rischio, sull'interferenza , su ciò che si tenta e non ha una fine. Su ciò che è offerto, s-tentato. E' un lavoro contro i confini, e lo stereotipo. Verso la nebulosa, l'orbitare come satelliti intorno al vuoto. C'è uno spazio più forte della vita stessa? Più intenso di ciò che lo attraversa? DUO è anche un lavoro sulla relazione. Sul limitare dei due soggetti, contro gli stereotipi, sull'avvicinamento, sulla perdita, sulla rin-corsa, e sulla possibilità...di una relazione, di una fusione, di una terza entità molecolare? Musicista e danzatore? Entrambi Corpi, corpo visibile presentato e possibilmente non rappresentato, corpi visibilmente sonori, inevitabilmente segnati dalla memoria e proiettati nel gioco ironico del futuro, contrapposizione unisona, entità inevitabile. Una umana dis-sonanza.
DUO è una possibile nuova apertura, difficoltà invitata, benvenuta, portatrice di significato, che si apre come profezia occulta agli stessi autori. |